Genitori, figli, media e non solo. Per un uso corretto degli strumenti di comunicazione (Minerva Edizioni, 2008, euro 10,00)

(da www.danieledamele.blogspot.com/)

 

“Fermiamoci un attimo, pensiamoci e non lasciamo che tutto scorra, è tempo di lanciare un segnale importante.”
Ecco, questa è l’impressione a caldo al termine della lettura del libro di Daniele Damele “Genitori, figli, media e non solo. Per un uso corretto degli strumenti di comunicazione” (Minerva edizioni).
Nella sua ultima pubblicazione, l’autore, stimolato dalla fattiva collaborazione del figlio quattordicenne Marco, apre una parentesi di riflessione sul mondo dei media, oggi più che mai in incessante e dirompente mutamento.
Si tratta di un salutare e ben articolato approccio ad argomenti che, benché siano ormai da anni “di estrema urgenza”, vengono talvolta affrontati con un sensazionalismo fine a se stesso o archiviati come caratteristica ineluttabile della società moderna.
L’ottica su cui si muove Damele è sostanzialmente diversa. Il giornalista e docente di Etica e Comunicazione all’Università di Udine, senza rincorrere “effetti speciali”, ma con la forza di dati inoppugnabili e di pensieri “forti”, offre una serie di annotazioni, stimoli e provocazioni di ampio respiro e, con passi accorti, ci invita ad una decisa e consapevole presa di coscienza nei confronti di dinamiche che, per svariate ragioni, stanno ormai sfuggendo di mano a tutti. Forti interessi economici, superficialità, mancanza di tempo, sottovalutazione del fenomeno: per un motivo o per l’altro ci siamo tutti dentro, nessuno escluso.
I media, un tempo possibile fiore all’occhiello di una società culturalmente, socialmente e tecnologicamente avanzata, stanno completamente snaturando certe loro peculiari caratteristiche, per assumere dimensioni “altre”.
Certo, si sfonda una “porta aperta”.
L’equazione “tecnologia – progresso” ha ormai più di una variabile impazzita.
Come non ricordare, a suo tempo, il grande favore con cui ogni innovazione tecnologica è stata accolta? Telefono, tv, computer e, via via, i loro ulteriori perfezionamenti, inimmaginabili agli inizi. Ebbene, oggi più che mai l’apparato scricchiola. Damele lancia un grido d’allarme ed evidenzia con preoccupazione le insidie che un loro uso non corretto può comportare.
Pericoli latenti, anelli di una catena che ci stanno conducendo verso scenari un tempo difficilmente ipotizzabili.
Forse non c’è da stupirsi: c’è sempre stato un che di autodistruttivo nel cammino dell’uomo.
Ma Damele non ci sta, e tenta di spezzare una lancia verso comportamenti più virtuosi.
Il suo appello, lucido e accorato – che speriamo non rimanga isolato – si rivolge a tutti gli attori.
In primis a chi detiene le leve del potere, ma anche a chi, con meno mezzi a disposizione, può fare qualcosa.
Ad esempio i genitori, agenzia educativa d’eccellenza.
Chiamati a vigilare, a trovare (ahimè!) spazio del loro risicato tempo per dialogare con i figli, a porre le basi per costruire, o meglio, ri-costruire.
C’è, infatti, il fondato rischio che un’altra forte agenzia educativa – i media, appunto – proponga, o meglio, imponga, modelli devianti. Del resto il negativo ha insita nella sua natura la spettacolarizzazione, triste constatazione che da sempre accompagna le nostre vite.
Violenza, bullismo, spettacoli televisivi di pessima fattura, insidie nella rete: il tutto generato da un uso distorto di mezzi che, se ben utilizzati, possono invece farci scoprire meravigliosi approdi. E’ come se tanti “orchi cattivi” si fossero sostituiti ai loro progenitori, quelli delle fiabe di un tempo, dilettanti ingenui e forse da guardare ora con un po’ di “tenerezza”, considerati i modelli attuali.
Che fare, dunque?
Damele ci mette tanto del suo: dalla, come lui stesso la definisce, “regolina delle 4 A” (attenzione, ascolto, effetto e amore per i figli), alla decisa e netta presa di posizione nei confronti delle varie distorsioni del mondo d’oggi, spesso amplificate ad arte dai media.
Una sorta di battaglia etica, anche nei confronti di chi dispone del potere, una voce che si discosta con autorevolezza dal coro, un appello fermo, lucido e puntuale da non lasciare inascoltato.
E un invito a tutti, ma proprio a tutti, a “fare la propria parte”, per non essere conniventi, per fermare una corsa che pare impazzita, per riottenere il controllo.
Tutto questo per il bene di chi, pur rappresentando il nostro futuro, è già una certezza, un’urgenza e un impegno “nel presente”.

                                                                                                                                        Lorenza Pellegrini

Telefriuli

(nella foto, terza da sinistra, con Daniele Damele, Irene Tosoratti e Ruth Morandini sul palcoscenico dello Show Rondò al Centro Commerciale Città Fiera di Martignacco (Udine) al termine di una puntata di Conosciamoci - Telefriuli)

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